E’ una sfida impari quella a cui assistiamo in questi giorni. Il sistema politico degli Stati-nazione e la flebile unione politica dell’Ue sembrano destinati a collassare sotto i colpi delle dinamiche (definite “esoteriche” da alcuni commentatori del Corsera) del sistema finanziario globale. Prima la minaccia dei mercati e della speculazione dei grandi investitori, poi l’intervento della Banca centrale europea a sostegno dell’Italia (mentre negli Usa la Fed si appresta a un nuovo “Quantitative easing”, cioè all’ immissione di denaro nel sistema con l’acquisto di titoli di Stato americani), intervento che ha avuto, come in precedenza per la Grecia, un costo non indifferente. Costo che possiamo vedere in queste stesse ore, nelle quali Tremonti e Berlusconi stanno presentando i provvedimenti necessari per placare il mostro sacro dei mercati e ringraziare il salvataggio “provvidenziale” della Bce: più privatizzazioni, più liberalizzazioni, tagli alla spesa pubblica, più forza ai contratti aziendali rispetto a quelli collettivi, maggiore facilità nel licenziare, un nuovo prelievo fiscale chiamato pietosamente “contributo di solidarietà” come se fosse un atto volontario. In quello che  è stato definito un “commissariamento” dell’Italia da parte della Bce si può ravvisare tutta l’impotenza degli Stati di fronte ai meccanismi finanziari: mentre i primi sono lenti e la loro azione ristretta al territorio di loro competenza, i secondi sono ultrarapidi (vedi high frequency trading) ed estesi all’intero globo. Non è un caso se uno dei 4 pilastri del diritto dell’Unione Europea sia la libera circolazione dei capitali (oltre alle merci, persone e servizi). La finanza agisce in modo fulmineo e globale, mossa dall’appetito per il profitto dei vari investitori/speculatori, che hanno il solo interesse ad acquistare titoli e compiere operazioni che li arricchiscano il più possibile. Poco importa se ciò implica il disastro di interi Stati e popolazioni: è anzi provato che quanto più uno Stato versa in cattive acque, tanto più se ne possono acquistare i gioielli di famiglia a prezzi stracciati. E’ il solito “capitalismo dei disastri”, come l’ha ribattezzato l’ottima Naomi Klein, e ad andarci di mezzo – ora più che mai- è la cara vecchia Europa.

Local politics against global finance

In these days we can see an uneven struggle. The political system of the sovereign States and the weak political union of the EU seem doomed to collapse under the fire of the global financial system’s mechanisms  (called “esotheric” by Corriere della sera’s analysts).  

After markets’ menace and the great investors’ speculation, there has been European Central Bank’s aid to Italy (while in the Us the Fed is preparing another Quantitative easing, immission of money in the system by buyings of Treasurys), which have had a significant cost for the Mediterranean nation. Yesterday, in fact, finance minister Giulio Tremonti and premier Silvio Berlusconi have presented the measures to calm down the market monster and to please the Ecb: privatizations, liberalizations, cuts to the public spending, facilitations in dismissing workers, more power to corporate contracts of work (and less to national contracts), a new tax called ironically “solidarity contribution”, as it was voluntary. In the so-called “Italy’s compulsory administration” by the Ecb we can see all the impotence of the States towards financial mechanisms: governments are slow, finance is hyper-quick (see high frequency trading) and has a global range. It’s not accidental if one of the four columns of European Union’s Law is the free circulation of money (other than goods, people and services). Finance acts in immediate and global way, moved just by the appetite for profit of investors and speculators, who have the only interest in acquiring assets and do operations the more profitable. Who cares if this leads to entire States and populations’ disaster: otherwise, it’s proved, the more a State is at risk of cracking, the more you can buy its family jewels for a short price. It’s the well-known “disaster capitalism”, as it has been defined by the great Naomy Klein, and in the storm center today there is the good old Europe, more than ever.